Ore 18:00
ANAIS DRAGO SOLO
PAOLO E FRANCESCA
Gradara, Castello di Gradara
In collaborazione con il Comune di Gradara
Ore 21:15
MOONLIGHT BENJAMIN
SIMIDO
Gradara, Piazza D’Armi del Castello
Anais Drago, violino
Violinista e vocalist di provato talento, Anais Drago presenta il suo omaggio a Paolo e Francesca e al Castello di Gradara. Concepito prima dell’emergenza pandemica, il progetto viene ora ripreso in coincidenza della ricorrenza dei settecento anni dalla morte di Dante: il concerto della vulcanica musicista piemontese ha quindi un valore aggiunto, estendendosi idealmente alle celebrazioni del sommo poeta.
Il pezzo proposto da Anais Drago è una musicazione di quelli che, a suo parere, sono i momenti salienti del V canto: una parte iniziale, recitata, cita il desiderio di Dante di poter parlare alle “anime affannate”, mentre una vera e propria melodia mette in musica le parole di Francesca ed il suo racconto di quell’amore che fu fatale. La musica incalza progressivamente, sfociando in un assolo concitato e drammatico, che vuole significare sia la passione amorosa e travolgente, sia il suo inesorabile e triste destino. Il brano si chiude quindi con le parole, nuovamente cantate, con le quali Dante si congeda dai due innamorati: “e caddi, come corpo morto cade”.
Beat Voodoo, rock kaitiano e blues
Moonlight Benjamin, voce
Matthis Pascaud, chitarra
Matthieu Vial Collet, chitarra
Quentin Rochas, basso
Bertrand Noël, batteria
Una fusione potente ed originale che Moonlight Benjamin ha reso unica con i suoi dischi e soprattutto con i suoi concerti. Nata ad Haiti, trasferitasi in Francia, Moonlight Benjamin possiede un magnetismo e un carisma unici, al punto da farla definire la “Patti Smith haitiana” o “la regina Punky Voodoo”. Tra i suoi fan c’è Martin Gore dei Depeche Mode, segno che la sua musica tocca corde emozionali diverse, oltre che disegnare territori di confine tra world music, pop, rock e altro ancora. Il suo secondo album si intitola Simido, nome proprio che indica anche colui che guida i canti nelle cerimonie voodoo. Moonlight Benjamin canta in creolo e in francese e nei testi delle sue canzoni denuncia le condizioni di sfruttamento e la mancanza di libertà del suo Paese natale, riflettendo l’immagine di una artista che si interroga sulla sua identità di figlia della diaspora, iniziata alla religione voodoo, e di musicista cosmopolita. Assistere a un suo concerto è come partecipare a un rito in cui si celebra la musica come mezzo per comunicare messaggi forti e chiari.