L’inferno di Dante. Dalì e Rauschenberg

Gradara celebra le sue radici ma con lo sguardo puntato decisamente al futuro: sabato 27 febbraio inaugura presso lo storico Palazzo Rubini Vesin “L’Inferno di Dante. Dalì e Rauschenberg”, l’atteso evento che mette a confronto – in un percorso inedito ed affascinante – le atmosfere indimenticabili dell’opera fondamentale della letteratura italiana con le risorse espressive della contemporaneità.

Protagoniste indiscusse dell’esposizione sono le opere, unificate dal fatto di avere rappresentato un momento centrale nella produzione dei due artisti. La discussa commissione dell’illustrazione della Divina Commedia a Salvador Dalì impegna il maestro per diversi anni e richiede l’incisione di ben 3500 legni. Nelle sue xilografie la figurazione dell’Inferno assume forme misticheggianti, surreali e imprevedibili. Il genio dello spagnolo, allora agli albori del suo periodo “mistico”, si lascia sedurre ora dai grandi temi del poema dantesco. Ora da figure secondarie che assumono nuovo spessore attraverso forme e colore.

Alla fine degli anni Cinquanta risale anche l’Inferno di Dante realizzato da Robert Rauschenberg. Uno degli artisti americani più rappresentativi del Dopoguerra, scomparso nel 2008. Infatti la serie costituisce una cesura nella sua carriera, la definitiva affermazione da parte di critici e galleristi. I risultato di questa immersione totale durata un biennio.

L’inferno di Dante

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